ROMA – Una dimora storica e accanto alcune dependance. E non solo: anche quella che dalle foto aeree sembra una serra, o comunque una struttura in acciaio che, sta approfondendo la magistratura, potrebbe non avere tutte le licenze necessarie. Il tutto tra via di Porta Latina e via Porta San Sebastiano, a Roma, a due passi dal parco dell’Appia Antica. La villa sorge sopra un anecropoli romana.
Gli investigatori hanno notato, confrontando due foto del 2007 e del 2012, che intorno alla villa è diminuito lo spazio verde in favore di nuovi fabbricati. Spiega il Corriere della Sera:
La tenuta è della Saita, della famiglia Pallavicini, è in una zona pluri-vincolata (un vincolo ex-lege, un altro storico artistico, in un’area a tutela integrata Grandi complessi archeologici e storico monumentali del parco Appia Antica Caffarella). Sotto i fabbricati ci sono i resti di «una necropoli monumentale romana in parte esplorata durante la costruzione di via delle Terme di Caracalla, tra il ’37 e il ’50», racconta un archeologo del Mibac.
Le piscine della tenuta «sarebbero state costruite trasformando due preesistenti vasche ornamentali, per loro non sono mai state presentate richieste e la loro costruzione ha sicuramente interferito se non danneggiato il sedime archeologico sottostante», continua l’archeologo.
Proprio nell’area delle piscine c’è il più importante reperto monumentale: l’Oratorio dei Sette dormienti e poco lontano un colombario del I secolo D.C.
Si difende il padrone di casa, Morello Diaz della Vittoria Pallavicini: Siamo al corrente dell’indagine della procura – spiega – aspettiamo tranquillamente le valutazioni della magistratura, ma noi abbiamo presentato una Dia e abbiamo costruito su preesistenze (ci sono testimonianze catastali del ’39), usufruendo del condono dell’84»