Roma: i killer di Torpignattara incastrati dal Dna e dal telefonino

ROMA – L’identikit dei due killer di Zhou Zeng e della figlioletta di 6 mesi Joy è arrivato nel tardo pomeriggio di sabato. Il nome di chi ha premuto il grilletto è scritto nelle tracce biologiche rilevate dai carabinieri del Ris sui caschi e su alcuni indumenti ritrovati nel casolare abbandonato di via Gentile da Leonessa e dalle tantissime impronte lasciate sulla borsetta della donna.

Ci sono anche le “celle” telefoniche che hanno tracciato gli spostamenti da via Giovannoli al casolare dove hanno lasciato la borsetta con i diecimila euro in contanti (perché sporchi di sangue), fino a una via che incrocia la Prenestina dove hanno mollato il motorino e i due caschi.

L’incrocio dei dati, secondo fonti investigative, porta a due giovani extracomunitari, con precedenti penali, che, con molta probabilità vivevano proprio a Torpignattara. La procura non conferma e non smentisce ma gli elementi acquisiti, con ragionevole certezza, in queste ore porteranno dritto agli assassini.

“Parlavano romano o comunque dall’accento potrebbero essere dell’est Europa”, avrebbe dichiarato Lia Zeng almeno secondo quanto riferito dagli inquirenti.

I militari diretti dal colonnello Maurizio Mezzavilla, prima che dai laboratori del Ris arrivassero i risultati decisivi, avevano interrogato nuovamente Lia per cercare di individuare qualche elemento in più. Ma il cerchio ora è davvero chiuso. E così la prova del nove ha schiacciato tutte le ipotesi che in questi giorni si erano affacciate. Il duplice omicidio è quindi frutto di una rapina finita male.

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Alessandro Avico