Una sparatoria in pieno giorno con tanto di inseguimento d’auto. È quello che è successo a Roma, nel quartiere di Tor Bella Monaca, nella giornata di martedì. A sparare è stato un vigile urbano, Antonio Di Maggio, il quale ha aperto il fuoco contro una macchina che non si è fermata all’alt.
Il tutto è iniziato intorno alle 11 e 30 di mattina quando Antonio Di Maggio, in servizio di pattuglia in borghese su un’auto civetta, si imbatte in un’Audi grigia metallizzata, lanciata a forte velocità. Il comandante intima l’alt con la paletta ma la macchina prosegue la sua corsa tra i veicoli che affollano la strada, poi, però, viene costretta a fermarsi in una zona più isolata nei pressi della Casilina.
L’inseguimento sembra finito ma non è così. “Il conducente dell’Audi per cercare di fuggire tenta di investire il dirigente della polizia municipale e lo costringe ad utilizzare la pistola d’ordinanza”, spiegano dal comando dei vigili.
Di Maggio spara alcuni colpi alle ruote, la macchina fa retromarcia e fugge via. Il conducente, che era a bordo con altre due persone, viene rintracciato solo qualche ora più tardi, ha 20 anni. Per lui scatta una denuncia per guida senza patente e resistenza a pubblico ufficiale, mentre sia l’Audi che la pistola del comandante vengono sequestrate per effettuare le perizie balistiche.
Quel che è successo a Tor Bella Monaca ha fatto riesplodere le polemiche sull’armamento dei vigili urbani, deciso dal sindaco di Roma Gianni Alemanno alcuni mesi fa. «Al di là del fatto accaduto, l’aver dato la possibilità ai vigili di armarsi è stata una scelta politica scellerata, una scelta che ha anche alimentato il clima di paura a Roma. Se ci sono delle pistole in giro prima o poi queste pistole spareranno», è l’opinione di Sandro Medici (Rifondazione Comunista), presidente del X municipio di Roma.
Il sindaco Alemanno esprime invece la propria solidarietà nei confronti del vigile: «Ho parlato con il comandante della polizia municipale e con i carabinieri. Il comportamento di Di Maggio è stato corretto, il sequestro della pistola è un atto dovuto. Credo che abbia tenuto un comportamento giusto».
L’associazione dei vigili urbani di Roma (Arvu) muove però una critica nei confronti del sindaco: «Così non si va da nessuna parte; l´arma, che è uno strumento di lavoro, non può essere assegnata su base volontaria. Se la decisione del sindaco non verrà modificata inviteremo i nostri seimila vigili a richiedere la volontarietà anche di manette, fischietto, manganello e spray urticanti».