
Le vetture sono nuove di zecca. Fiat Punto del 2008 con alzacristalli elettrico, chiusura centralizzata e aria condizionata. La Polizia Municipale ne ha un centinaio così. A bordo hanno tutto. Tranne la radio.
L’apparecchio c’è ma manca l’impianto di collegamento con la centrale operativa «Lupa».
La spiegazione è sempre quella: «mancano i soldi». Tanto che il delegato alla sicurezza Giorgio Ciardi, raggiunto ieri, 21 gennaio, durante un dibattito in aula consiliare, ammetteva: «Sì conosciamo il problema. Stiamo valutando le offerte dei fornitori ma le cifre, a fronte di apparecchiature quasi obsolete, sono altissime. Posso garantire però che mi batterò in sede di bilancio per aumentare le risorse dei vigili urbani. E parlo sia dei mezzi che dell’adeguamento delle sedi».
Può capitare che il cittadino romano, metà uomo metà vettura, prigioniero del noto traffico, nel groviglio di lamiere e imprecazioni, riceva aiuto da una pattuglia sintonizzata su Radio Radio (Isoradio e Ondaverde per gli aggiornamenti sul traffico). E poi sia costretto «a chiamare, dal proprio cellulare, i colleghi della sala operativa. Che, a loro volta richiameranno dal fisso» racconta Gabriele Di Bella, vecchio sindacalista (Ospol, Cisl) e istruttore del II Gruppo della municipale.
A tutt’oggi sono sei le vetture senza radio in dotazione al GPIT, cioè il Gruppo di Pronto Intervento sul Traffico. Delle ottantadue moto assegnate sempre al GPIT, solo tredici funzionano. Le altre sono ferme in attesa d’essere riparate. Ma pneumatici logori e freni da registrare devono attendere: mancano i fondi. La stessa cronica mancanza di denaro intervenuta a rallentare le assunzioni.
