ROSARNO – La Coca Cola avrebbe disdetto le ordinazioni di succo d’arancia concentrato alle aziende della Piana di Rosarno, in Calabria. Questo dopo che la stampa ha reso noti i prezzi a cui il succo veniva acquistato dalla multinazionale (7 centesimi al chilo), e soprattutto chi raccoglieva per giornate intere le arance poi usate per fare la Fanta: gli immigrati irregolari, pagati – ovviamente in nero – al massimo 25 euro al giorno.
A dare la notizia dell’addio di Coca Cola al Corriere della Sera è il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi, che si dice preoccupata per le ricadute economiche (e forse anche sociali) di questa decisione sul territorio.
Tutto ha avuto inizio con l’inchiesta della rivista britannica The Ecologist sul coinvolgimento della Coca Cola nello sfruttamento della manodopera africana in Calabria.
Inizialmente la Coca Cola aveva respinto ogni accusa. Ora avrebbe addirittura disdetto gli ordini. Ha detto Tripodi al Corriere della Sera: “Il proprietario di un’azienda di trasformazione delle arance mi ha telefonato per comunicarmi che la Coca Cola ha disdetto il contratto per tutelare la sua immagine. Se la notizia verrà confermata la nostra economia subirà un danno devastante. Il vero problema è che gli agricoltori non raccolgono il prodotto perché il prezzo è troppo basso. Questa situazione ha quindi provocato un impoverimento di tutto il settore ed è ovvio che a risentirne sono anche i lavoratori”.
