Ruby, i poliziotti: “Accertamenti in sicilia 2 ore dopo affido”

MILANO – Gli accertamenti sull'identita' di Ruby a casa dei genitori in Sicilia e la verifica sulla sua asserita parentela con l'ex rais egiziano Mubarak, chiesti dal pm minorile di Milano Annamaria Fiorillo, furono effettuati un paio d'ore dopo l'affido della giovane al consigliere regionale Nicole Minetti.

Affido che avvenne alle 2 di mattina del 28 maggio 2010, quando la minorenne venne portata in Questura a Milano per via di un furto e poi 'rilasciata' in seguito a una telefonata della presidenza del Consiglio. E' quel che e' emerso in sostanza dalle deposizioni dei poliziotti del commissariato di Taormina, sentiti questa mattina al processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi.

Rispondendo alle domande del pm Antonio Sangermano, il sovrintendente Emilio Imperatore ha spiegato che la richiesta via fax dei colleghi milanesi era arrivata a Taormina attorno alle 2.20. Prima pero' in un colloquio telefonico ''mi dissero che bisognava fare accertamenti in un certo modo perche' c'erano interessi nazionali. Dovevamo contattare la famiglia per fare una sorta di riconoscimento e vedere se l'asserita parentela con Mubarak'' fosse vera.

Sempre in base al racconto di Imperatore i poliziotti incaricati di fare gli accertamenti riuscirono a parlare con i genitori di Karima El Marough, che abitavano a Letojanni (Messina), attorno alle 4 e alle 4.10 venne riferito al collega di Milano l'esito delle verifiche sulla sua identita'.

Stessa versione anche quella di Giuseppe Caico e Giovanni Trimarchi, rispettivamente ispettore capo e assistente capo.

Caico ha anche spiegato che alla domanda se Ruby fosse parente di Mubarak, i genitori risposero:''Assolutamente no, guardate che siamo marocchini''.

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Maria Elena Perrero