ROMA – I proprietari delle ville sul mare a Sabaudia possono dormire sonni tranquilli: la Corte d’Appello di Roma gli ha dato ragione e, anche se c’è sempre la Cassazione, sfuma il pericolo di vedersi sottrarre la casa da sotto i piedi. La questione è tutta burocratica e soprattutto annosa: è iniziata dieci anni fa. Ora arriva (quasi) a conclusione dopo che circa 100 proprietari (per la maggior parte vip o comunque ricchi) si sono costituiti in class action contro il comune di Sabaudia che rivendicava la proprietà delle dune dove sorgono le ville. E parliamo, ad esempio, della villa di Francesco e Ilary Totti, di Bernardo Bertolucci, Giovanni Malagò, Carla Fendi.
La questione risale a cinquant’anni fa e gira tutta intorno alla proprietà delle dune. Nel 1952 il comune di Terracina le vendette alla società milanese Domiziana srl, poi diventata immobiliare Snia che iniziò a costruire circa duecento immobili di lusso. Ville che vennero acquistate dall’aristocrazia romana. Su quella vendita però nacque un contenzione: il comune di Sabaudia e la famiglia Scalfati (proprietaria del lago di Paola) sostenevano, ognuno per sè, di aver diritto sui terreni circostanti.
Nel 2006 il Tribunale di Latina diede ragione al comune di Sabaudia e stabilì che terreni in località Ponte, Pantanelli di Paola e tumuleti del lago di Paola appartenevano all’ente pubblico, salvo eventuali diritti di usucapione. In pratica la vendita di Terracina alla società immobiliare era considerata nulla. E con essa anche le case che erano sorte sulle dune. A quel punto i circa 100 proprietari delle ville si sono messi insieme in class action e hanno fatto ricordo. Ora la Corte d’Appello gli ha dato ragione.
Il perché lo spiega l’avvocato Carlo Alberto Melegari: “Quando nel 1933 nacque il Comune di Sabaudia, comprendente diversi territori tra cui le dune, non era stato stabilito che l’ente avesse anche la proprietà dei terreni oggetto del contenzioso, tanto che nel 1952 aveva persino manifestato l’intenzione di acquistare i tumuleti da Terracina, ad un prezzo di 400mila lire a ettaro”.
