In Salento hanno rubato 200 alberi di olivo resistenti alla Xylella fastidiosa. Sì, avete capito bene: 200 ulivi. Come si fa a rubare 200 alberi di quelle dimensioni senza che nessuno se ne accorga? Senza dare nell’occhio per strada? Quanti mezzi ci vogliono per trasportare 200 ulivi?
Tra l’altro il furto mette in luce quanto il batterio sia diventato un incubo in Puglia. Gli alberi che non si infettano sono diventati così preziosi che vengono rubati.
Circa 200 piante di olivo resistente alla Xylella sono state rubate da un’azienda agricola di un giovane agricoltore a Vernole (Lecce). Lo comunica Coldiretti Lecce sottolineando che con “l’emergenza Covid è cresciuto il fenomeno della criminalità nelle campagne, con il moltiplicarsi a Lecce dei furti delle piante di ulivo appena piantumate, un vile atto che stronca i sogni dei giovani agricoltori di ricominciare a lavorare e produrre dopo il disastro ambientale, paesaggistico e produttivo causato dalla Xylella fastidiosa”.
“Il fenomeno della criminalità nelle campagne – afferma Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce – non lascia scampo neppure all’area infetta da Xylella, con l’aumento di casi segnalati di furti di piante di ulivo Favolosa e Leccino appena piantumate e che spariscono nottetempo per mano di ignoti. Sono atti vergognosi e inaccettabili che vanno fermati con ogni mezzo, anche con l’intervento dell’Esercito”.
In provincia di Lecce gli olivicoltori, dopo anni di blocco produttivo a causa della Xylella e della burocrazia – evidenzia Coldiretti – stanno “timidamente iniziando a reimpiantare e c’è chi vigliaccamente toglie nuovamente una speranza di futuro alle imprese agricole, rubando le piante di ulivo appena piantumate”.
“Saranno le forze dell’ordine a fare le opportune indagini – aggiunge il presidente Cantele – ma è immaginabile che le piante rubate siano destinate al mercato parallelo delle piante resistenti che sarà sempre più appetibile perché si alimenterà in maniera direttamente proporzionale alla crescita dei reimpianti”.
Altrettanto a rischio, conclude Coldiretti, è il settore “viticolo con bande organizzate che rubano barbatelle appena messe a dimora nell’area a nord di Lecce, teste degli idranti dei pozzi artesiani spariti a Salice Salentino e a Guagnano, e cavi di ferro tagliati delle spalliere con gravissimi danni ai vigneti”.