ROMA – Il criminologo Antonino Silvestri non crede ai moventi che inchioderebbero Salvatore Parolisi alla morte della moglie Melania Rea. “Sembra infatti che in questi giorni siano emersi due nuovi probabili ma deboli moventi che avrebbero spinto Parolisi a compiere l’omicidio con efferatezza e rabbia. Il primo è il movente di carattere psicologico conflittuale, legato al rapporto moglie-amante, e l’altro è riferito ad un fattore economico, ossia al suo conto corrente bancario di 100.000 euro con i risparmi delle missioni svolte in Kossovo . Dalle ultimissime notizie sembra infatti emergere che vi fosse una imminente separazione con la moglie che avrebbe comportato un disastroso crollo sul fronte economico”.
Ma secondo Silvestri merita maggiore considerazione la telefonata anonima di un uomo ancora non identificato che informa gli investigatori dicendo loro “Recatevi nel bosco di Ripe di Civitella e troverete una donna priva di vita vicino lo chalet”. Alcuni fatti poi non convincono il criminologo: “Non si sa al momento perché Parolisi pur conoscendo tutte le tecniche dell’uccisione corpo a corpo e i rispettivi punti mortali,abbia potuto utilizzare una tecnica di macellazione, sferrando 35 coltellate cariche di impeto e di passionalità sul corpo della giovane moglie. Dal Penitenziario di Castrogno – conclude Silvestri – il caporalmaggiore scrive una lettera significativa che sembrerebbe una richiesta di aiuto che dice: Ho bisogno di tutti voi per acquisire sempre più fiducia in voi: l’ho tradita ma non l’ho ammazzata”.