Salvatore Parolisi prosciolto: “Non fece sparire tesoretto per i risarcimenti”

Salvatore Parolisi

TERAMO – Quel “tesoretto” di circa 130 mila euro non fu fatto sparire, ma fu usato “legittimamente” da Salvatore Parolisi per pagare le spese legali. Per questo il gip del Tribunale di Napoli lo ha prosciolto dall’accusa di “mancata esecuzione dolosa” degli obblighi risarcitori.

L’ex caporalmaggiore dell’Esercito, condannato a 30 anni di reclusione per l’omicidio della moglie, Melania Rea, era accusato di aver fatto sparire, in maniera fraudolenta, i propri risparmi delle sue attività di missione e di soldato, commettendo in questo modo il reato di “mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice”.

 

Il gip ha rigettato l’opposizione all’archiviazione avanzata dalla famiglia Rea, secondo la quale quei soldi avrebbero dovuto essere usati per pagare parte di quel milione di provvisionale immediatamente esecutiva decisa dal giudice di primo grado a favore della figlia. Di qui la denuncia presentata alla procura di Teramo trasmessa poi per competenza a quella napoletana nel cui territorio c’è l’istituto di credito con il conto di Parolisi

Per il giudice napoletano, Parolisi non ha distratto soldi dal suo conto corrente per sottrarsi agli obblighi risarcitori stabiliti a suo carico dalla sentenza del gup di Teramo, Marina Tommolini, che lo aveva condannato in primo grado, il 26 ottobre 2012, all’ergastolo.

Al contrario, Parolisi utilizzò i suoi risparmi in modo legittimo, corretto e trasparente, senza quindi, compiere alcun reato. “Siamo soddisfatti perché il gip ha accolto integralmente le nostre argomentazioni difensive – hanno commentato i suoi legali Nicodemo Gentile e Federica Benguardato – e con il suo provvedimento ha ristabilito una verità, che per molto tempo, in modo assolutamente ingiusto, è stata messa in discussione”.

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Daniela Lauria