ROMA – Salvatore Parolisi ha ucciso la moglie Melania Rea, a Civitella del Tronto il 18 aprile 2011, durante una “esplosione di ira” nata in un litigio “tra i due coniugi” e dovuta alla “conclamata infedeltร coniugale” dell’uomo. Questo quanto scrive laย Cassazione nelle motivazioni depositate martedรฌ 24 febbraioย della condanna di Parolisi.
Secondo i supremi giudici, l’uccisione di Melania Rea รจ avvenuta “in termini di ‘occasionalitร ’ (dolo d’impeto, non essendo stata mai ipotizzata la premeditazione) dovuta ad una esplosione di ira ricollegabile ad un litigio tra i due coniugi, le cui ragioni fondanti si apprezzano nella conclamata infedeltร coniugale del Parolisi”.
La Corte di Cassazione il 10 febbraio ha reso definitiva la condanna di Parolisi, ma ha rimandato alla Corte d’appello di Perugia il compito di ricalcolare la condanna inflitta in secondo grado, ovvero 30 anni. Secondo i giudici รจ una condanna troppo severa รจ ย ilย motivo รจ che al militare, pur ritenuto colpevole, non รจ stata riconosciuta l’aggravante della crudeltร .
Le 36 coltellate inflitte da Salvatore Parolisi alla moglie indicano che si รจ trattato di un “dolo d’impeto” finalizzato ad uccidere, ma “la mera reiterazione dei colpi (pur consistente) non puรฒ essere ritenuta” come aggravante di crudeltร con conseguente aumento di pena, scrive la Cassazione.
“L’abbandono in stato agonico” della moglie Melania, da parte di Parolisi, “รจ anch’esso condotta ricompresa nel finalismo omicidiario, non potendo assimilarsi la crudeltร all’assenza di tentativi di soccorso alla vittima (che presuppongono una modifica sostanziale del finalismo che ha generato l’azione)”, spiegano i Supremi giudici nel verdetto.
Non รจ escluso che Parolisi possa, in sede di ricalcolo della pena, ottenere le attenuanti in seguito all’eliminazione dell’aggravante della crudeltร . “Il mantenimento (o meno) del diniego delle circostanze attenuanti generiche รจ compito, in tutta evidenza, del giudice di rinvio (corte d’assise d’appello di Perugia), essendo parzialmente mutato il quadro circostanziale posto a carico” di Parolisi, spiegano i supremi giudici.