San Raffaele, Daccò si difende: "Non volevo scappare"

MILANO, 18 NOV – Piero Daccò, l’uomo d’affari fermato martedi’ scorso con l’accusa di concorso in bancarotta nell’inchiesta milanese sul San Raffaele, ha respinto le contestazioni nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Milano Vincenzo Tutinelli, chiarendo in particolare che ”non volevo scappare”, ma che aveva programmato un viaggio in Israele nell’ambito del suo lavoro.

Nell’interrogatorio di garanzia, a cui hanno preso parte anche i Pm di Milano Gaetano Ruta e il difensore di Daccò, l’avvocato Giampiero Biancolella, il consulente in rapporti d’affari con il San Raffaele ha fornito, da quanto si e’ saputo, le sue spiegazioni riguardo alle accuse che gli contestano gli inquirenti, in particolare quattro operazioni ‘sospette’ attraverso le quali si sarebbero creati ‘fondi neri’ a danno delle casse della fondazione.

L’uomo è stato fermato martedì per il pericolo di fuga, perché gli inquirenti, attraverso un’intercettazione (che e’ stata fatta anche ascoltare all’indagato nel corso dell’ interrogatorio), sospettavano che stesse preparando una fuga in Israele. Lui ha detto invece al Gip che non voleva scappare, ma da quanto si e’ saputo, ha fatto riferimento ad un viaggio in Israele legato ad una causa vinta da una delle sue societa’. La decisione del giudice sulla conferma o meno del carcere per Dacco’ arrivera’ domani.

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Daniela Lauria