MILANO, 27 GIU – E' attesa per il prossimo 5 luglio la sentenza per Pierangelo Daccò e l'imprenditore Andrea Bezziccheri processati con rito abbreviato davanti al Gup di Milano Maria Cristina Mannocci nell'ambito dell'inchiesta sul dissesto del San Raffaele.
Dopo che il Pm Luigi Orsi ha chiesto per il primo 5 anni e mezzo di carcere e per il secondo 3, la parola e' passata alla parte civile e poi alle difese, l'avvocato Giampiero Biancolella legale di Dacco' ha chiesto il proscioglimento del suo assistito sostenendo la mancanza ''degli elementi costitutivi del reato di bancarotta'' in quanto il suo cliente ''era estraneo alla gestione amministrativa del gruppo ospedaliero e dunque non c'e' la prova che sapesse dello stato di decozione''. L'avvocato Biancolella ha inoltre sostenuto durante la sua discussione l'assenza delle prove della sovrafatturazione, al centro del cosiddetto sistema 'San Raffaele' ''dunque – ha proseguito il difensore – se non vi e' stata sovrafatturazione ma restituzione di utili leciti da parte degli imprenditori manca il danno per la Fondazione e quindi le condotte non costituiscono bancarotta''. Nei confronti del San Raffaele lo scorso ottobre il tribunale fallimentare aveva dato l'ok al concordato preventivo. Il polo di cura e di ricerca ora e' stato acquisito dal gruppo Rotelli. Il prossimo 5 luglio concludera' il suo intervento il difensore di Bezziccheri, il professor Pulitano, dopo di che sono previste le repliche e la camera di consiglio e la decisione del giudice.