MILANO – I pm di Milano che indagano sul dissesto finanziario del San Raffaele hanno contestato, nella richiesta di convalida del fermo inoltrata al gip, un ulteriore episodio di distrazione di soldi a Piero Daccò, il consulente finito in carcere con l'accusa di concorso in bancarotta. Da quanto si è saputo, gli inquirenti addebitano all'uomo d'affari un 'ritorno in contanti' da 800 mila euro per creare 'fondi neri', cifra che si aggiunge ai 3,5 mln di euro già contestati. Nella richiesta inoltre ci sono molti 'omissis'.