
TARANTO – Falsa testimonianza, false informazioni, calunnia e autocalunnia. Sono queste le accuse con cui il gup di Taranto, Vilma Gilli, ha rinviato a giudizio 12 persone nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Sarah Scazzi, la ragazzina di 15 anni di Avetrana uccisa e gettata in un pozzo il 26 agosto del 2010. In tribunale il prossimo 3 aprile dovranno rispondere di queste accuse Ivano Russo, il giovane conteso proprio tra la vittima e la cugina Sabrina Misseri, condannato all’ergastolo per l’omicidio insieme alla madre Cosima Serrano. Nei guai anche Michele Misseri, lo zio di Sarah e papà di Sabrina, che confessò l’omicidio della ragazzina e la famiglia di Russo: la madre Elena Baldari, il fratello Claudio Russo e l’allora fidanzata Antonietta Genovino.
Gli altri imputati per falsa testimonianza sono Maurizio Misseri, figlio di Carmine Misseri, Anna Lucia Pichierri, moglie di Carmine Misser, l’imprenditore Giuseppe Olivieri, accusato ache di calunnia nei confronti dei carabinieri, Alessio Pisello. Anna Scredo, cognata del fioraio Giovanni Buccolieri, Dora Serrano, sorella di Concetta e Cosima, che dovrà rispondere anche di false informazioni al pubblico ministero e calunnia contro i carabinieri.
Alla prossima udienza del processo saranno in aula anche Giuseppe Serrano, altro fratello di Concetta (madre di Sarah) e Cosima (calunnia contro i carabinieri e falsa testimonianza). Il processo è stato fissato dinanzi al giudice monocratico Fulvia Misserini, che dovrà astenersi in quanto giudice a latere della Corte d’assise nel processo di primo grado per l’omicidio di Sarah Scazzi, e la prima udienza è stata fissata al prossimo 3 aprile.