È rinchiuso in carcere al Sant’Agostino di Savona Andrea Bonifacino, l’operaio di 43 anni che ieri sera a Osiglia, in Valbormida, ha ucciso con una coltellata al cuore il cognato Massimiliano Molinari, di 38 anni, dipendente di una segheria a Bormida.
Un delitto d’impeto, al termine di una lite degenerata sulla sistemazione del barbecue fuori dalla loro abitazione ai Giacchini di Osiglia, un paese dell’entroterra savonese. Bonifacino, davanti agli inquirenti, ha ammesso le sue responsabilità. «Non volevo ucciderlo, ve lo giuro. È stato un momento di follia» sono le parole che ha ripetuto in lacrime al pm Giovanni Battista Ferro e al tenente Giuseppe De Angelis nella caserma di Millesimo.
Chiarita anche la dinamica dei fatti: l’omicida stava preparando il barbecue, Massimiliano si occupava di fare la legna. All’improvviso tra i due è scoppiata una lite su come doveva essere sistemato il barbecue per cucinare la carne alla brace. Bonifacino, che impugnava un coltello da macellaio lungo almeno 20 centimetri, ha pugnalato il cognato al cuore.
È stata l’anziana madre a chiamare i soccorsi. Quando i militi della Croce Rossa sono arrivati sul posto hanno trovato la vittima con il coltello tra le mani dopo averlo tolto dal petto. L’assassino era poco distante. Sapeva che stavano arrivando i carabinieri per arrestarlo. I rapporti con il cognato erano sempre stati piuttosto tesi, ma gli inquirenti escludono che il delitto sia stato premeditato.
