ROMA, 18 NOV – ''Non e' che volevo un premio, ma potevano essere piu' clementi. Se sradicavo qualche vetrina mi avrebbero dato sicuramente di meno'' così l'agente di molte pornodive, Riccardo Schicchi, commenta la Cassazione che ha confermato ieri la condanna a quattro anni e due mesi di reclusione per sfruttamento della prostituzione e per spettacoli nei quali viene sollecitato l'istinto sessuale del pubblico durante le esibizioni 'hard' delle ragazze reclutate appositamente per queste serate.
''In fondo – spiega all'Ansa con ironia – ho contribuito al cambio dei costumi prevedendo anche l'ingresso dell'Ungheria nella comunita' europea'' conclude facendo riferimento al fatto di essere stato ritenuto colpevole anche di aver violato le norme sull'immigrazione dal momento che molte delle sue ragazze erano ungheresi senza il permesso di soggiorno.
