Sciolta nell’acido, parti civili sperano in una sentenza vicina

MILANO – ”Speriamo che il Tribunale imponga un ritmo serrato alle udienze, e che entro luglio si arrivi a una sentenza di primo grado”. E’ l’auspicio dei legali delle parti civili, dopo la decisione della Corte d’Assise di Milano di far ripartire da zero il processo per l’omicidio di Lea Garofalo, ascoltando nuovamente i testimoni.

Il prossimo luglio scadono i termini di custodia cautelare degli imputati che, se non dovesse intervenire la sentenza di primo grado entro quella data, potrebbero tornare in liberta’.

”La difesa ha esercitato la sua facolta’ – ha spiegato Roberto D’Ippolito, il legale della madre e della sorella di Lea Garofalo – ma purtroppo il rischio concreto e’ quello che gli imputati tornino in liberta’, e su questo bisognera’ vigilare. I familiari sono rimasti sconcertati da questa decisione e per Denise tornare in aula sara’ una nuova sofferenza – ha continuato – ma hanno reagito tutti con molto vigore”.

La ragazza, di 19 anni, verra’ riascoltata durante una delle prossime udienze, cosi’ come gli altri testimoni che hanno gia’ deposto nelle scorse cinque udienze.

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