Sciopero Cgil, Genova preferisce l'Internazionale all'inno di Mameli

GENOVA – 'Compagni, avanti il gran partito – noi siamo dei lavorator' batte 'Fratelli d'Italia – l'Italia s'e' desta' uno a zero e pareggia con 'Bella Ciao'.

E cosi' i 15 mila che hanno bloccato Genova per lo sciopero generale indetto dalla Cgil, al termine di un corteo che ha percorso le strade principali, ha preferito l'inno universale dei lavoratori, 'L'Internazionale', all'inno degli italiani, quello di Mameli.

Di piu': quando dal palco, alla fine del comizio, hanno proposto di cantare Fratelli d'Italia, ''anche solo una strofa'', e' arrivata pure una bordata di fischi targata Fiom.

Genova, medaglia d'oro della Resistenza, piazza storica dei portuali e dei metalmeccanici, che magari parlano il dialetto ma sanno cantare l'Internazionale in russo, ha mandato un messaggio chiaro come il sole: fratelli d'Italia siamo d'accordo, ma qui si discute di lavoro. E non tutti i fratelli d'Italia si sono accorti che quest'ultima s'e' desta, anzi. Cosi', niente inno nazionale. Bella Ciao, piuttosto. Lei si' che s'e' svegliata, anche se ha trovato 'l'invasor'.

In quindicimila hanno sfilato per le vie di Genova, un'adesione allo sciopero generale della Cgil che, in tutta la Liguria, si attesa sul 40% della forza lavoro, il 90% nelle aziende metalmeccaniche e nei cantieri. Trasporto locale fermo, stop ai treni dei pendolari, citta' in tilt. Il tema del lavoro, delle garanzie occupazionali, dei diritti sono un campo di battaglia privilegiato, lo dice anche la Costituzione.

E se e' un bene che per rendere omaggio a quegli uomini che per la democrazia e per la patria sono morti da partigiani si debba cantare Fratelli d'Italia (come e' successo, sottolinea la Cgil, al momento dell'apposizione della corona d'alloro al sacrario dei partigiani caduti sotto il Ponte Monumentale), quando si parla di lavoro la colonna sonora dev'essere una e una sola. Perche' in fondo 'Noi non siamo piu' nell'officina, entro terra, dai campi, al mar/la plebe sempre all'opra china/senza ideale in cui sperar'.

E l'ideale e' mantenere fermi capisaldi costituzionali quali l'articolo 18, messo in discussione dalla manovra. Insomma, Genova ha risposto alla Cgil che chiamava tutti. E se non ha voluto concedere al suo celebre concittadino Mameli l'orgoglio di venir ricordato con l'Inno nazionale cantato a squarciagola dai metalmeccanici, che hanno preferito l'Internazionale, non ha fatto orecchie da mercante a chi chiedeva di mettere in piazza il disagio e l'arrabbiatura per ''una manovra che non piace all'Italia – sostengono i manifestanti – che lavora e che, volendo, potrebbe lavorare molto di piu'''. In questo momento, evidentemente, cantare dell'elmo di Scipio e di un'Italia 'schiava di Roma' e' una cosa, altro e' affermare ''che giustizia venga noi chiediamo/non piu' servi, non piu' signor/fratelli tutti esser vogliamo/nella famiglia del lavor''.

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luiss_smorgana