“In cella non c’era riscaldamento, non ho chiuso occhio per due giorni ma ora sono felice che tutto si stia chiarendo”. E’ il racconto di Edoardo Zanetti, 20 anni, residente a Bracciano, pochi chilometri da Roma, arrestato nel corso degli scontri avvenuti nel centro storico di Roma martedì 14 dicembre. Per lui, oggi, la Quinta sezione penale del tribunale ha confermato l’arresto rimettendolo in libertà senza restrizioni.
Fuori dall’Aula i genitori del ragazzo, Giuseppe e Paola, due insegnanti, hanno atteso con ansia la decisione del tribunale. Per loro, una famiglia della media borghesia, l’arresto del figlio è stato come un “fulmine a ciel sereno”. “Edo è un ragazzo tranquillo – spiega il padre – non fa parte di collettivi studenteschi, studia archeologia ma la sua grande passione è la musica heavy metal: lui è cantante in un gruppo”.
Nel racconto della madre, Paola, tutta la tensione e la paura di quel “martedì da cancellare, da eliminare dai ricordi di persone che hanno sempre vissuto di lavoro e regole”. “Ero terrorizzata, in tv vedevo le immagini di quanto stava accadendo ma il cellulare di Edoardo squillava a vuoto: ero convinta che qualcosa gli fosse capitato”.
La tensione della famiglia di Zanetti si scioglie solo quando dall’Aula esce l’avvocato difensore, il legale Riccardo Gagliardi, che annuncia la decisione del collegio giudicante: “E’ libero, nessuna restrizione, torna a casa”. Pochi minuti e Edo riabbraccia la madre e il padre. Indossa un ‘chiodo’, il giubbotto dei metallari, che lo fa sembrare ancora più magro di quanto non sia realmente, ha i capelli lunghi raccolti con un elastico. “Sono praticamente digiuno – racconta – la cella era gelida ma spero che il peggio ora sia alle spalle. Per domani abbiamo in programma un concerto con il gruppo e io ci sarò: ovviamente i primi invitati saranno i miei genitori”.
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