“Abbiamo passato la notte in via Patini, dove fanno il fotosegnalamento. Ci hanno messo in uno stanzone senza una sedia o una panca in cui hanno tenuto sempre aperte le finestre. Niente da mangiare, niente da bere”. Questo è il racconto di Alice Niffoi, studentessa poco più che ventenne, arrestata per i disordini a Roma del 14 dicembre scorso. Ha un livido in volto, anche se le hanno detto che in breve sparirà . Lei, come altri 21 arrestati, sono stati liberati, come ha deciso il giudice durante il processo per direttissima. Solo uno ha avuto gli arresti domiciliari.
Riccardo Li Calzi, studente fuori sede a Bologna, è accusato di aver “selvaggiamente resistito all’arresto”. Ora ha dei punti in testa e un mignolo fratturato. “Ricordo questo poliziotto corpulento con la maschera antigas e un braccio grande come la mia gamba che continuava a darmele. Ricordo anche che mi hanno sputato. In piazza non ho fatto niente. Non ho tirato neanche una carta per terra. E so che in piazza ci tornerò. Questa volta in mutande e a mani alzate, così vediamo”. Il video di questa sequenza, per sua fortuna, è finito su YouTube, facendo il giro del web. Questo come altri video sono stati acquisiti dagli avvocati della difesa.
I manifestanti arrestati sono tutti sui vent’anni, incensurati. A parte un precario di 36 che è stato messo ai domiciliari. Al giudice non sono bastate le accuse e ha preferito farli rilasciare. “Sotto il profilo della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza – scandisce il presidente Costantini – appare necessario approfondire le posizioni individuali degli imputati alla luce degli elementi acquisiti durante l’odierna udienza”. Il processo è aggiornato a metà febbraio del 2011.