In Italia ci sono 12.000 istituti con “gravi criticità, che quindi “rappresentano un potenziale rischio per la salute di studenti, insegnanti e personale scolastico”. E’ quanto afferma il presidente di Codacons Emilia-Romagna, Bruno Barbieri, citando un documento del ministero dell’Istruzione.
Il file, redatto dopo un monitoraggio disposto nel gennaio 2009 dall’Intesa Stato-Regioni ed eseguito in tutti gli istituti scolastici del paese – spiega il dirigente del Condacons – è emerso con il decreto interministeriale del ministero dell’Istruzione di concerto con quello dell’Economia del 23 settembre 2009, decreto che individuava per l’anno scolastico 2009-2010 le scuole che dovevano essere destinatarie della riduzione del numero di alunni per classe quando le aule erano sottodimensionate.
“Una presa per i fondelli nella realtà – commenta Barbieri – visto che al 23 settembre scorso le classi erano già formate in soprannumero e l’organico di fatto già operante con i tagli del ministro Gelmini. Non ci risulta che, dopo l’emissione del decreto sulle criticità, le scuole interessate abbiano operato la riduzione del numero di alunni nelle classi. Non solo. Il formulario utilizzato per l’individuazione delle criticità non teneva conto della grandezza effettiva delle aule (minimo 45-50 mq netti per 25 alunni) e quindi dei problemi derivanti dal sovraffollamento delle classi”.
Secondo il Codacons, nelle regioni è questo il numero degli istituti con gravi criticità: Abruzzo 390; Basilicata 228; Campania 300 (dato incompleto); Calabria 1428; Emilia Romagna 467; Friuli 306; Lazio 1330; Liguria 271; Lombardia 1026; Marche 383; Molise 95; Piemonte 951; Puglia 974; Sardegna 541; Sicilia 1259; Toscana 772; Umbria 263; Veneto 1062.