ROMA – Una pre-prova selettiva ad ottobre, scritto a gennaio e poi orali. Con tanto di simulazione di una lezione in aula. Queste le prove che i docenti che si candideranno al “concorsone” dovranno sostenere per diventare di ruolo. Nell’attesa del bando per i 23mila docenti, che uscirĂ il 24 settembre, si cominciano a definire i requisiti di ammissione per i candidati e le modalitĂ delle prove.
Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha spiegato le modalitĂ del concorso. Dopo il test iniziale di ottobre, sarĂ svolta una seconda prova diversificata in funzione delle competenze e del settore. La terza prova, la simulazione in classe, servirĂ per valutare le capacitĂ dello “stare insieme”del candidato. Profumo ha detto: “Una modalitĂ nuova per individuare i nuovi docenti del nostro Paese”.
La selezione del concorso sarĂ aperta anche ai docenti abilitati all’insegnamento, in modo di consentire “alle persone di avere un doppio canale, quello delle graduatorie e quello del concorso”, ha spiegato Profumo. Sulla situazione dei 250mila precari “storici”, cio quelli che hanno giĂ vinto un concorso e sono in graduatoria, il ministro ha spiegato che nella carriera di un docente vi sono 3 passaggi chiave: “uno è il momento della laurea, il secondo è quello dell’abilitazione, il terzo quello del concorso per ottenere un posto. Le persone che sono in graduatoria sono 180mila di cui 22mila varranno messi in ruolo. Questi rimarranno in graduatoria, ma avranno la possibilitĂ di partecipare al concorso e se vincitori potranno accelerare l’ingresso nel mondo della scuola”.
Profumo ha poi concluso parlando del sistema nazionale di valutazione scolastica, che “è costituito da tre elementi. Invalsi, Indire e corpo ispettivo. Il processo potrĂ contare anche su un’autovalutazione delle scuole, basato su dati oggettivi messi a disposizione dal ministero, relativi alla logistica, caratteristiche della scuola, i suoi risultati. Successivamente ci sarĂ una valutazione dell’autovalutazione stessa, e saranno individuati quegli elementi per migliorare il sistema della scuola. La centralitĂ naturalmente è lo studente. Bisogna offrire un servizio migliore agli studenti e alle loro famiglie”.