ROMA – Scuola, arrivano le pagelle per presidi e professori. Le sta mettendo a punto il governo Renzi dietro una richiesta della Commissione europea, che ha invitato l’Italia ha “migliorare la qualità dell’insegnamento e la dotazione di capitale umano a tutti i livelli di istruzione: primario, secondario e terziario”.
Tra le riforme annunciate, scrive Salvo Intravaia su Repubblica, quasi certamente ci sarà quella che metterà fine allo stipendio di maestri e professori legato ai soli anni di servizio per gli insegnanti, oltre alla valutazione dei dirigenti scolastici. L’obiettivo è quello di collegare le retribuzioni al merito e ai risultati.
Bisogna ancora capire quale parte della retribuzione dei presidi verrà legata al merito: se solo la retribuzione di risultato (circa 2mila euro) o la quota legata alla complessità della scuola, cioè la cosiddetta retribuzione di posizione. In quest’ultimo caso alcuni presidi potrebbero arrivare a prendere anche 5mila euro all’anno più dei colleghi meno bravi.
Così come i presidi, anche gli insegnanti verranno giudicati. Come ancora non si sa, anche se tra le ipotesi più accreditate c’è la diversificazione dello stipendio in base alle funzioni aggiuntive dell’insegnante e al tempo passato a scuola oltre l’orario di insegnamento.