Come negli anni cinquanta: fino a 37 alunni per classe. Ma ora siamo nel 2010, quasi vent’anni dopo il decreto ministeriale del 1992 che “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”, che prevede un “affollamento massimo” di 26 persone per aula: 25 alunni, più il docente, ma quando i resti non consentono di formarne un’altra di almeno 20 il tetto salta. Con un numero superiore di alunni, però, se non sono state previste misure particolari, l’esodo in caso di incendio può diventare problematico.
Il decreto c’è, sottolinea Repubblica, ma l’anno scolastico in arrivo nelle scuole italiane dimostra che è tutt’altro che rispettato. Con i conseguenti rischi per la sicurezza. I dirigenti degli uffici periferici del ministero che preparano gli organici non ci badano, perché tanto, in caso di incidente, la responsabilità ricade sul preside.
Oltre alla questione sicurezza, un numero così alto di alunni ha ripercussioni anche sulla qualità dell’insegnamento. Renato Del Noce, insegnante tecnico-pratico di Fisica all’Iti Meucci di Massa, spiega che “quando hai a che fare con classi di 29-30 alunni tutto si complica. Non ci sono laboratori in grado di ospitare 30 alunni, mancano le strutture adeguate. E – aggiunge – sei spesso costretto a dividere la classe: una parte lavora in laboratorio con me e l’altra metà studia la teoria in classe col collega”.
I numeri degli iscritti al nuovo anno scolastico fanno temere il peggio: 20mila alunni in più dell’anno scorso, che dovranno essere spartiti in 3700 classi in meno. Conseguenze dei tagli alle cattedre del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini.
I problemi iniziano sin dalle scuole materne: qui sono 24 i bambini per classe media, il dato più alto degli ultimi 15 anni. Nel 2009/2010 sono state 28 le province italiane dove il limite di 25 alunni per classe di media è stato superato, con record negativi a Mantova e Pavia.
L’apice si raggiunge però alle superiori, con le prime che scoppiano soprattutto al classico e allo scientifico: ventinove alunni per classe a Viterbo al classico, e 28 a Reggio Calabria allo scientifico. Valori simili a quelli degli anni cinquanta.