Lorenzo De Cicco su Il Messaggero:
“In molte scuole materne ed elementari negli ultimi anni sono stati messi al bando gli spazzolini da denti. «Si creavano troppi problemi igienici – spiega la coordinatrice della materna Centroni, all’ Anagnina – I bambini sotto i sei anni spesso se lo scambiano tra di loro e aumenta il pericolo di infezioni. Sarebbe positivo fare educazione all’igiene orale, ma non si possono correre certi rischi»”.
I genitori delle scuole materne di viale Nusco e alla Quinqueremi di Ostia continuano a mandare a scuola i figli muniti di spazzolino e dentifricio, spiega al Messaggero la referente della scuola, Anna Fratalocchi, ma al bando sono finite le torte fatte in casa:
“«Accettiamo solo crostate o ciambelloni confezionati. Il motivo? In passato una famiglia ha portato una torta fatta da una nonna e un bambino si è sentito male. Dopo avere portato il dolce in laboratorio abbiamo scoperto che nel gateau c’erano peli di gatto. Con i prodotti inscatolati i rischi sono molto più contenuti. Se sono di pasticceria invece pretendiamo lo scontrino e la lista degli ingredienti. Perché prima di dare qualcosa da mangiare ai bambini vogliamo essere sicuri al 100%».
Controverso poi l’uso del cellulare in classe, spiega Di Cicco:
“Molto dibattuta è la questione dei “sequestri”. In teoria il professore può decidere di confiscare l’apparecchio nel momento in cui sorprende uno studente a fare il furbo, ma ad una condizione: il telefono deve essere restituito al termine dell’attività didattica oppure affidato in custodia alla scuola, per poi essere restituito ai genitori. Di sicuro l’insegnante non può portarselo a casa o metterlo in borsa. Altrimenti il reato diventa perseguibile a livello penale”.
Amicizia tra alunni e prof bandita su Facebook dalla preside del liceo Mamiano, Tiziana Sallusti, che spiega al Messaggero:
“«Non ho fatto circolari – spiega la dirigente – ma credo che sia inopportuno per un professore essere “amico” su Facebook di uno studente. Bisogna rispettare i canali di comunicazione tradizionali, che sono sempre andati benissimo. È anche una forma di rispetto per i ragazzi, per il loro mondo, che non deve essere invaso dagli adulti, professori compresi»”.