BRINDISI – Si pagano le pomate da sole le ragazze ferite dalla bomba di Brindisi: il servizio sanitario della Puglia infatti non copre le spese mediche per le tre ragazze rimaste fortemente ustionate nell’attentato all’istituto Morvillo Falcone. E’ Libero a darne notizia, in un articolo di Franco Bechis.
Le ragazze, ferite nell’esplosione in cui perse la vita Melissa Bassi, non possono chiedere al medico di base di prescrivere loro le medicine che servono a curare le ustioni: infatti, secondo il servizio sanitario quelle medicine sono considerate necessarie per “trattamenti estetici” e non per “trattamenti sanitari”.
A parlare con Bechis sono stati i parenti di Azzurra Camarda, Selena Greco, Sabrina Ribezzi: hanno spiegato che ogni tubo di pomata costa tra i 50 e i 100 euro e, nonostante le cure continue, non è certo che le ragazze torneranno come prima. Le ustioni infatti coprono fino al 60% dei loro corpi.
E le cure comunque gravano sul bilancio familiare: Bechis racconta la storia di ognuna. La maggior parte ha un solo genitore che lavora, la madre casalinga e nessuna delle famiglie sembra particolarmente benestante.