Diventa definitiva la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo che ha ravvisato la violazione, da parte dello Stato Italiano, dell’articolo 2 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, sotto il profilo sostanziale e procedurale, perché concedendo la semilibertà al mostro del Circeo Angelo Izzo, nel 2004, «non ha adempito al dovere di adottare tutte le misure necessarie alla protezione della vita delle persone sottoposte alla sua giurisdizione».
Il riferimento è al duplice omicidio di Maria Carmela Linciano e della piccola Valentina Maiorano (moglie e figlia di un pentito, esponente della Sacra Corona Unita, ergastolano) commesso da Izzo nel 2005 in Molise mentre godeva della semilibertà durante la condanna per la strage del Circeo, commessa nel 1975. La Corte aveva stabilito anche che le autorità dovessero risarcire i familiari delle vittime per danni morali. Il ricorso alla Corte era stato promosso dai parenti delle due vittime. La Corte, secondo quanto reso noto dall’avvocato Stefano Chiriatti, ha infatti ufficialmente comunicato che il Governo Italiano non ha inteso impugnare la sentenza del 15 dicembre scorso in favore dei familiari delle donne uccise da Izzo.
«È pertanto definitivamente stabilita, sul piano giuridico e storico – commenta l’avvocato Stefano Chiriatti, che aveva presentato il ricorso in sede europea – la verità che nella concessione della semilibertà ad Angelo Izzo sono state poste in essere gravissime negligenze da parte dello Stato Italiano che, nel suo complesso, non ha tutelato adeguatamente il diritto alla vita ed alla sicurezza di madre e figlia».
«La grande soddisfazione, professionale ed umana, per la totale adesione della Corte – conclude il legale – alla fondamentale domanda di giustizia avanzata nell’interesse dei familiari delle vittime non lenisce tuttavia la profonda amarezza che deriva da tutto quanto accaduto».
Intanto, i legali di Angelo Izzo, Filomena Fusco e Giuseppe Mileti, hanno annunciato che intendono rinunciare alla difesa del loro assistito. «Con serenità, coerenza e senso della giustizia, nell’interesse del nostro assistito, oltre che nel rispetto del lavoro da noi svolto fino a oggi – spiegano i due avvocati – comunichiamo la volontà di rinunziare alla difesa e alla rappresentanza di Izzo nei processi ancora in corso». Questo atto, spiegano, «si rende necessario anche per rispettare la volontà del nostro assistito che, in data odierna e solo oggi, ci ha manifestato di voler proseguire con tesi che non possiamo in alcun modo sostenere».
Izzo – già condannato all’ergastolo per il massacro del Circeo del 1975 – è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Maria Carmela Linciano e della figlia di 14 anni, Valentina Maiorano, avvenuto il 28 aprile 2005 a Ferrazzano (Campobasso), mentre l’uomo scontava un periodo di detenzione in semilibertà.
Attualmente è recluso nel carcere di Velletri (Roma).