Senigallia: datore di lavoro e operai occupano un cantiere

SENIGALLIA (ANCONA), 27 GIU – A febbraio erano saliti per protesta su una gru. Oggi, un gruppo di operai kosovari, il loro datore di lavoro, italiano, responsabile della Si.Bo Costruzioni di Brescia, e alcuni militanti del centro sociale autogestito 'Mezza Canaja', hanno occupato un cantiere dell'Erap, l'ente regionale per l' Abitazione Pubblica, a Senigallia (Ancona).

L'azienda per la quale i kosovari hanno lavorato in subappalto non avrebbe corrisposto loro le somme dovute. E nel frattempo la Si.Bo. è stata protestata. Un'occupazione inedita, che vede insieme lavoratori, datori di lavoro, e centri sociali, anche questa effetto della crisi.

Al centro delle proteste la societa' appaltante, la Soimper, che ha vinto la gara per la realizzazione degli alloggi popolari, ma secondo la Si.Bo. non avrebbe versato le spettanze dovute. Nei giorni scorsi l'Erap ha consegnato 40 mila euro ai muratori, che pero', spalleggiati da Pierluigi Sirani, rappresentante della Si.Bo, sostengono di aver prestato manodopera per molte piu' ore (anche di sabato e domenica) rispetto a quelle riconosciute in busta paga.

Sirani per parte sua vuole recuperare i macchinari e circa 170 mila euro: In una conferenza stampa ha spiegato che ''la Si.Bo. ha realizzato 8 mila metri cubi in piu' di quelli concordati con la Soimper, che nel frattempo ha ceduto ramo d'azienda e cantiere''. ''Da qui non mi muovo, fino a quando non avro' recuperato i miei soldi, devo pagare gli operai e saldare altri debiti'' annuncia. ''Sono a fianco degli operai: non e' giusto che per colpa di questo cantiere la mia azienda, che e' un'impresa sana, sia stata protestata. L'Erap deve trovare una soluzione: noi da qui non ce ne andiamo''.

''Quando ci sono di mezzo precarieta', ingiustizia e lavoro nero – gli ha fatto eco il portavoce del 'Mezza Canaja', Nicola Mancini – siamo sempre a fianco dei piu' deboli. Abbiamo ospitato e rifocillato gli operai, e partecipato ai vari incontri in Comune e con i sindacati''. Adesso si cerca una mediazione, con il coinvolgimento diretto dell'Erap.

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Emiliano Condò