Ha rischiato di fare una brutta fine il pensionato di 83 anni di Samassi rapito venerdì mattina nella sua casa e liberato ieri dai carabinieri in un’operazione lampo. Beniamino Schirru, stremato e semi disidratato dopo una ventina di ore di prigionia in un vecchio frigorifero interrato, non avrebbe potuto resistere ancora a lungo se, intorno alle 14 di ieri, non fossero arrivati i militari a riportarlo a casa.
Quando i carabinieri, con l’aiuto degli elicotteri, delle unità cinofile e dei Cacciatori di Sardegna hanno scovato l’ovile in cui era stato nascosto, il pensionato ha pensato che qualcuno volesse fargli del male: ha capito di avercela fatta solo quando ha riconosciuto il comandante della stazione di Samassi.
Il filmato con le immagini dell’operazione è stato mostrato questa mattina nel corso di una conferenza stampa a Cagliari nella sede del Comando provinciale dei carabinieri. Nel video ci sono tutti i dettagli della liberazione: dall’espressione stanca, ma sollevata dell’anziano che viene accompagnato fuori dall’ovile alle porte del paese, ai particolari della prigione-loculo.
Le indagini sono ancora in corso: i carabinieri stanno cercando di capire se i due allevatori ritenuti gli autori materiali del rapimento – Mauro Mancosu di 39 anni e Lorenzo Fadda di 18 – siano stati aiutati da complici che magari possono aver fornito loro indicazioni sull’ammontare dei fondi depositati nel conto postale e sulle abitudini del pensionato.
Decisiva, secondo la ricostruzione del colonnello Marco Sinibaldi, è stata la testimonianza dei vicini di casa dell’ostaggio. Qualcuno ha infatti visto una Punto blu che venerdì mattina si è allontanata dall’abitazione di Schirru. Da lì, ma anche da alcune telefonate e da un bigliettino ricevuto dalla figlia del rapito, sono partite le indagini. I militari hanno verificato che l’auto non fosse stata rubata.
Dopodiché sono riusciti ad arrivare all’identità del proprietario della vettura, Mancosu. Schirru conosceva bene i due che lo hanno portato via da casa al punto che sarebbe salito in auto senza essere costretto, ma con un tranello, e poi condotto all’ovile-prigione. I due allevatori hanno ammesso subito alla stazione dei carabinieri le loro responsabilità e avrebbero confermato tutto anche ai magistrati.