Niente pillola del giorno dopo, «sono un obiettore di coscienza». Con queste parole un medico in servizio nella guardia medica di Sesto Fiorentino ha liquidato una giovane coppia in cerca di un contraccettivo per evitare una gravidanza indesiderata. Secondo il racconto della ragazza, dopo il rifiuto per motivi religiosi, il dottore l’avrebbe invitata a riflettere su tale scelta, prospettandole, oltre alle considerazioni etiche, anche i possibili effetti collaterali della pillola. Il tutto in un colloquio avvenuto con la porta aperta e udito dal resto dei pazienti in attesa.
In un secondo momento, vista la decisa volontà della coppia, l’avrebbe poi indirizzata verso la ginecologia del vicino paese di Careggi, dove la pillola è stata prescritta senza particolari problemi. «Il farmaco mi è stato dato da una dottoressa – afferma la ventisettenne – anche lei obiettrice di coscienza, spiegandomi che è prassi comune respingere le ragazze nelle guardie mediche della zona, a volte anche con giudizi sulla poca serietà delle stesse. La ginecologa ha poi aggiunto che l’obiezione di coscienza non riguarda la pillola del giorno dopo, perché non si tratta di un farmaco abortivo ma contraccettivo e che è un diritto della persona avere la ricetta subito, senza dover aspettare e andare a Careggi dove peraltro si paga pure il ticket. Mi ha invitato ad arrabbiarmi e a protestare». Anche perchè la pillola è tanto più efficace quanto prima viene assunta.
Il presidente dell’Ordine dei medici di Firenze Antonio Panti si è detto pronto ad aprire un procedimento disciplinare in caso di esposto, confermando che la pillola del giorno dopo non è un farmaco abortivo: «Fermo restando il diritto del medico di obbedire alla propria coscienza, è suo obbligo mettere in condizione un cittadino di usufruire di un preciso diritto, quale è quello di accedere a un farmaco autorizzato e presente nella farmacopea. Le indicazioni devono essere chiare e rigorosamente a porte chiuse. Inoltre i medici non devono dare giudizi né fare ramanzine. Spero di poterlo spiegare di persona al collega che domenica era di guardia a Sesto».
Ai medici infatti è lasciata la libertà di coscienza ma solo a determinate condizioni. Una circolare regionale spiega che gli obiettori devono dichiararsi anticipatamente, così da consentire alle Asl di organizzare i servizi per garantire il farmaco a chiunque lo richieda. Con l’obbligo per i medici, nel momento in cui rifiutano di prescriverla, di indicare la sede più vicina dove la pillola può essere prescritta.
Sarà l’Asl adesso a dover verificare se alla guardia medica di Sesto Fiorentino vi siano state irregolarità procedurali.
*Scuola di Giornalismo Luiss
