PIACENZA – Riduzione in schiavitu', sfruttamento e tratta di esseri umani sono i gravissimi capi d'accusa emersi dall'Operazione Trolley coordinata dalla Dda di Bologna con indagini della squadra mobile di Piacenza e del commissariato di Crema che hanno portato a otto misure cautelare di cui quattro in carcere. L'indagine, che si e' mossa nel mondo dello sfruttamento della prostituzione di giovani nigeriane, e' partita a Crema dal pestaggio (e' stata anche sfregiata) di una di queste ragazze che voleva uscire dal giro.
Soccorsa dalla polizia ha poi denunciato i suoi aguzzini facendo emergere il quadro di una banda di nigeriani (con complici italiani) che facevano arrivare le ragazze straniere dalla Nigeria e poi le intimidiva con riti woodoo e minacce alle loro famiglie in patria, costringendole a prostituirsi per ripagare il debito del viaggio stimato tra i 50 ai 70mila euro. Mesi di intercettazioni e indagini hanno permesso di smascherare la gang, sono cosi' scattate le manette per la presunta ''Madame'' – una nigeriana del 1981 – e per un suo connazionale del 1970, menti della banda, mentre altri due nigeriani sono ricercati e latitanti. Perquisizioni sono state eseguite a Piacenza, Teramo e nel Lodigiano.
Denunciati quattro italiani tra cui il piacentino proprietario dell'appartamento in citta' dove vivevano le ragazze nonche' due taxisti di Ascoli Piceno che secondo la Polizia accompagnavano le ragazze sulla strada e le riaccompagnavano a casa vigilando su di loro, ma con una tariffa-tassametro maggiorata. Sette ragazze nigeriane vittime della tratta sono state salvate e sono ospiti di una struttura protetta del sud Italia.
