Torino aspetta Benedetto XVI. Domenica prossima, tra una settimana esatta, il pontefice si inginocchierà davanti alla Sindone. Sarà l’evento clou dell’Ostensione 2010, che sta portando sotto la Mole migliaia di pellegrini.
Tutti in fila verso il Duomo di San Giovanni, dallo scorso 10 aprile, per contemplare “quel misterioso Volto che silenziosamente parla al cuore degli uomini”. E’ stato lo stesso papa Ratzinger a definire così l’immagine raffigurata sulla celebre reliquia. Era il 2 giugno 2008 e, di fronte a 7 mila torinesi guidati a Roma dall’arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto, Benedetto XVI annunciava al mondo la nuova Ostensione. «Se il Signore mi donerà la vita e la salute – aveva detto – spero di venire anche io».
Benedetto XVI vi era già stato nel 1998, in occasione della penultima Ostensione, quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Ora vi torna da Papa, dodici anni dopo l’ultima visita di un pontefice, l’amato Karol Wojtyla, a Torino. Per Benedetto XVI si tratta del diciottesimo viaggio apostolico in Italia da quando è salito al soglio di Pietro.
«Auspico che questo atto di venerazione – ha ricordato il pontefice recitando il Regina Coeli lo scorso 11 aprile a Castelgandolfo – aiuti tutti a cercare il volto di Dio». Per primi i giovani e i malati, protagonisti della visita papale alla Sindone. Il programma della giornata, diffuso dalla sala stampa vaticana, prevede infatti un incontro con i giovani e un altro con gli ammalati del Cottolengo, oltre alla celebrazione eucaristica del mattino e alla meditazione davanti al sacro lino.
In mezzo il pranzo con i vescovi piemontesi, nei saloni dell’arcivescovado. Dove, tra l’altro, non è esclusa la possibilità che Benedetto XVI riceva, in forma privata, alcuni illustri rappresentanti del mondo economico e imprenditoriale della città . L’attesa, dunque, è grande. «Non vediamo l’ora – ha detto oggi il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, in visita alla Sindone con la famiglia – di accogliere il Papa e di fargli sentire tutto il nostro affetto».
Il 24 maggio del 1998 furono più di 500 mila le persone che si riversarono in strada per salutare Wojtyla. Impossibile fare previsioni per domenica prossima. Il dispositivo di sicurezza, che in queste ore Questura e Prefettura stanno mettendo a punto, sarà comunque imponente. Una precauzione inevitabile perché nulla, neppure la contromanifestazione dei centri sociali annunciata per il pomeriggio in piazza Vittorio, possa guastare questo importante momento religioso.