Principessa Sofia Borghese nei guai. “Carte false per dare la villa all’amante”

Argentario (Foto LaPresse)

ROMA – Ancora guai per Sofia Borghese. La principessa avrebbe fatto “carte false” pur di non far sloggiare il suo amante, Francesco De Vito Piscicelli, dalla sfavillante villa con 4 ettari di parco all’Argentario, abitata abusivamente da quest’ultimo nel periodo successivo allo scandalo dell’Aquila. Entrambi sono indagati per mancata esecuzione di un provvedimento del giudice mentre la Borghese è inquisita anche per falsità in scrittura privata.

Stando alla denuncia presentata dall’ex marito di lei, il conte Fabrizio Sardagna Ferrari, da cui è originata l’indagine della procura di Grosseto, Piscicelli non vorrebbe andarsene dalla villa, aiutato in questo dall’amante. Sofia Borghese, emerge dalla denuncia, avrebbe presentato un falso contratto d’affitto sulla villa all’Argentario con la società di Piscicelli, la Luxury Fishing & Fly.

“Veniva depositato — si legge nella denuncia — un atto notarile falsificato ove Sofia Borghese dichiarava apocrifamente che la società Spini Bianchi srl (proprietaria della villa del conte Sardagna, ndr) era a conoscenza dell’esistenza del contratto d’affitto con la Luxury Fishing & Fly”. Ma si sarebbe trattato di un escamotage.

Come ricorda Giuseppe Scarpa su Repubblica: “La battaglia per la villa all’Argentario rappresenta il terzo capitolo di una vicenda in cui l’ex coppia da qualche anno si dà guerra”. Lo scorso dicembre, una denuncia per violenza privata venne sporta contro la principessa Borghese da parte di un membro della servitù del castello di Tor Crescenza, fedele al conte, che sarebbe stato aggredito dalla nobile. La principessa avrebbe poi invaso a dicembre la zona di proprietà del conte spalleggiata da alcuni bodyguard. Il conte è invece sotto processo per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali: dopo aver scoperto che Borghese aveva una storia con De Vito Piscitelli, l’avrebbe infatti presa a schiaffoni.

Maltrattamenti che sarebbero avvenuti, appunto, nel castello di Torcrescenza, scelto come residenza estiva da Silvio Berlusconi nel 2010. Forse anche lui assistette a qualche scena violenta, visto che, secondo l’accusa, i maltrattamenti sarebbero iniziati nel 2008 per finire solo nel luglio 2012. Non solo: nel mirino delle ire del barone sarebbero finiti anche alcuni professionisti incaricati di gestire il patrimonio di famiglia, davanti ai quali il barone avrebbe ripetutamente fatto notare alla consorte: “Solo a me devi la tua fortuna”.

Published by
Silvia Di Pasquale