Sondaggio Preiti: “Peccato non abbia ucciso un ministro”. Il 50%: ok si può dire

ROMA – “Peccato che Preiti non abbia ucciso un ministro”, quanto è condiviso questo pensiero? Secondo Vittorio Bertola, consigliere torinese del Movimento 5 Stelle, da “milioni di italiani”. Secondo il 50% delle persone che hanno risposto al sondaggio dell’Istituto Piepoli, il fatto che molti possano pensare con rammarico che sotto le pallottole non sia finito un ministro non è affermazione degna d’allarme.

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Ricapitolando. Bertola su Facebook aveva scritto qualche giorno fa: “Il problema non è che qualcuno vada a palazzo Chigi e spari durante il giuramento, il vero problema è che milioni di italiani pensino ‘peccato che non abbia fatto secco un ministro'”. Ebbene, alla domanda: sei d’accordo con questa affermazione? Il 44% ha risposto sì, evidentemente condividendo l’allarme del consigliere grillino secondo cui una solidarietà, sotterranea ma non meno insidiosa, a Preiti sia nella coscienza di milioni.

Ma non è meno notevole quel 50% che invece non condivide affatto questo allarme. In qualche modo sostenendo, con un “non sono d’accordo”, o che una frase del genere non sia poi così condivisa. Oppure, ipotesi un filo più allarmante, che in tempi come questi, grami di soddisfazioni sociali, in qualche modo molti pensino all’eventualità dell’assassinio di un ministro con una sorta di compiacimento. Solo il 6% rimane nel limbo dei senza opinione.

Domanda successiva: secondo lei si è trattato di un gesto isolato o pensa che ci siano alte probabilità che casi del genere si possano ripetere nei prossimi mesi? Il 47% preferisce ricondurre tutto a un gesto isolato, un episodio chiuso. Il 43% invece ritiene che Preiti possa essere emulato, soprattutto se si ritiene che Preiti non sia solo “un folle”, ma il frutto, per quanto deviato e non giustificabile, della crisi che in molti vivono.

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Elisa D'Alto