ROMA – Invidiosi e raccomandati che fuori dall’istituto non contano un “cazzo”. Così Sonia Topazio, capo ufficio stampa dell’Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, risponde ai 400 precari che l’accusano. Per loro un’ex attrice di film erotici, con una copertina di Playboy alle spalle, non sarebbe adatta per un ruolo così importante nell’ente. La Topazio d’altronde l’ha ammesso: è lì per raccomandazione di un politico. E non è la prima volta che una persona apparentemente senza competenze viene nominata per un importate ruolo all’Ingv. Il direttore generale dei vulcanologi è infatti un insegnante di educazione fisica raccomandato dall’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini.
La polemica è scoppiata, quella copertina di Playboy in cui la Topazio si mette a nudo, e con lei l’Ingv, ai precari non va proprio giù. Ma lei continua a difendersi e dichiara al Fatto Quotidiano: “Ma cosa credi, i precari dell’Ingv che continuano a tirar fuori questa storia non sono diversi da me. Anche loro sono dei raccomandati, mica sono entrati per concorso. Sono lì solo perché conoscevano qualche barone dell’università”.
Avere un dottorato di ricerca, una laurea inerente alla materia di cui si occupano o un PhD non sembra contare per lei come curriculum, perché la raccomandazione di un “barone” dell’università conta quanto quella di un politico. Alle accuse di incompetenza dai precari, che in alcuni casi con parole affatto gentili portano a galla la sua carriera nel soft porno, la Topazio risponde: “La loro è solo invidia: io ho avuto un grande passato che non rinnego affatto, ero bella come il sole, che male c’è? Sono stata un’atleta nazionale, attrice di teatro e cinema, scrittrice e giornalista. Questo è il problema, io se voglio mi riciclo altrove come ho sempre fatto, loro invece fuori dall’istituto non contano un cazzo”.
Della suo arrivo all’Ingv si mormora nei corridoi di una relazione con l’ex presidente Enzo Boschi, ma la Topazio afferma: “Se proprio lo vuoi sapere sono arrivata lì nell’unico modo possibile nelle amministrazioni statali, per segnalazione di un politico. C’era un posto libero nella didattica e divulgazione e così ho avuto il contratto. E poi diciamolo, ma anche se avessi avuto una storia con il presidente, che male c’è? Che cos’è questo puritanesimo? Anche se avessi avuto una simpatia, diciamo così, con un collega nessuno potrà dire che ho avuto qualche vantaggio, visto che sono stata precaria a 1.500 euro al mese e per averne 2mila mi sono dovuta rivolgere all’ordine. Non è un granché per un incarico di responsabilità come il mio”.
Inutile poi per il Fatto strapparle il nome del politico in questione, alla domanda la Topazio risponde: “Si dice il peccato, non il peccatore. Facciamo così, ti dico il suo nome se tu mi dici i nomi dei precari che insistono ancora con questa storia”.