Prima notte in carcere per il boss di Cosa nostra Giovanni Nicchi, catturato a Palermo sabato pomeriggio, poche ore prima dell’altro boss latitante, Gaetano Fidanzati. Nicchi, di appena 28 anni, era diventato, dopo l’arresto di Domenico Raccuglia, il capo della mafia palermitana. Da sabato sera intorno alle 22, è stato portato dalla Questura di Palermo al carcere Pagliarelli, dove ha passato la sua prima notte da detenuto, dopo tre anni e mezzo di latitanza.
Intanto nella mattina di domenica gli agenti della Polizia hanno effettuato, fino intorno alle 14, un nuovo sopralluogo nel covo di Via Filippo Juvara 25 a Palermo, dove sabato è stato prelevato Nicchi. Nel modesto appartamento (intestato ad un’anziana pensionata deceduta qualche tempo fa per cause naturali e in uso da un’incensurata di 27 anni, Giuseppa Amato, arrestata per favoreggiamento assieme al 19enne Alessandro Presti) gli agenti non hanno trovato armi ma un computer, due telefoni cellulari e alcuni documenti, materiale definito dal questore Alessandro Marangoni «di notevole interesse».
Tra le altre cose la Polizia ha anche rinvenuto dei pacchetti di sigarette che il boss Nicchi utilizzava per nascondere i ‘pizzini’ con i vari ordini per gli affiliati. Pacchetti simili a quelli che gli agenti, in realtà, avevano già sequestrato a Filippo Burgio, 37 anni, commerciante di motociclette considerato dalle forze dell’ordine ‘picciotto’ dello Zen di Palermo. Burgio sarebbe stato per molti mesi uno dei principali referenti di Giovanni Nicchi, almeno fino al suo arresto, avvenuto nelll’aprile scorso. In tasca, Burgio aveva tre pacchetti di sigarette, due di marca ‘Benson&Hedges’ e un pacchetto di ‘Diana’. Su ogni pacchetto di sigarette c’era una parola e all’interno di ogni pacchetto c’erano cinque pizzini. Dai documenti rinvenuti dagli investigatori emergeva chiaramente che Nicchi era a capo del racket del pizzo nella zona di sua pertinenza. In altri “pizzini” si parlava anche di droga. È stato anche grazie alla decriptazione dei bigliettini di Nicchi che gli uomini della Catturandi, guidati da Mario Bignone, sono riusciti ad arrivare al giovane boss, che ieri notte ha trascorso la sua prima notte in carcere.
Oltre a questi importantissimi reperti, nel covo di Nicchi gli investigatori hanno trovato un albero di Natale non ancora addobbato, una cena non consumata, qualche pupazzo di peluche, uno stereo, foto di donne e nessuna valigia pronta che può far pensare ad una imminente fuga.