Sos vendetta per Ciro Esposito, non far incontrare più ultrà Roma e Napoli

Ciro Esposito (foto Ansa)

NAPOLI – Ora, dopo la morte di Ciro Esposito,  a far paura è la vendetta. Perché prima o poi Roma e Napoli dovranno incontrarsi. E dalla Digos di Napoli arriva un messaggio chiaro: gli ultrà non si devono incontrare. E non per una o due partite. Non si devono incontrare per tanto, tantissimo tempo.

Perché evidentemente per la Digos quello della vendetta come piatto freddo non è un luogo comune ma una certezza:

«Rischio di ritorsioni a medio e lungo termine »

scrivono i poliziotti nel loro rapporto. Quindi bisogna evitare i contatti. E negli stadi in qualche modo si può fare. Ma come prevenire il resto? Perché non è tanto o solo lo stadio a fare paura. E’ tutto il resto.

Su Twitter c’è chi ha “consigliato” ai romanisti di “fare il bagno a Ostia o Fregene”. Non serve uno sforzo di ermeneutica per tradurre: non siete al sicuro da nessuna parte, neppure in vacanza.

Meglio di qualsiasi cosa il clima lo riassume una frase riportata da Repubblica e attribuita a un capo ultrà del Napoli. Un uomo di 45 anni con dei figli:

«I bastardi come quell’assassino romanista muoiono ogni giorno, appena aprono gli occhi. Noi no. Gli uomini veri, come gli ultrà, o come Ciro, muoiono una sola volta. E poi i romani, come la storia ci insegna, hanno sempre lottato per prevaricare e conquistare potere. Noi napoletani abbiamo sempre subìto, accettato dominazioni. Ma poi arriva la disperazione. E quella diventa il nostro riscatto, la nostra arma». 

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Emiliano Condò