ROMA – Prende corpo la possibilità delle cure all’estero, con Capo Verde come possibile prima destinazione, per i pazienti che per poter accedere al metodo Stamina si sono costituiti in cooperativa, preoccupati per “le lunghe liste d’attesa agli Spedali Civili di Brescia e per un possibile stop definitivo alle infusioni”. Cure che, secondo le prime stime, potrebbero costare 18mila euro a paziente.
E quanto spiega all’Ansa Davide Vannoni, ideatore del metodo. “Il lavoro della cooperativa, nata il quattro dicembre scorso, è agli inizi, c’è ancora molto da fare ma abbiamo avuto già l’adesione di 200 famiglie” spiega dal canto suo Rosalinda La Barbera, una delle mamme coinvolte nel progetto di Stamina all’estero.
“La destinazione potrebbe essere Capoverde, stiamo aspettando che arrivi la documentazione” aggiunge. E dal presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, arriva anche una stima dei costi: circa 18mila euro, escluse le spese del viaggio e la permanenza.
“Preso uno standard di 500 pazienti per attrezzare i laboratori il costo stimato complessivo è di quattro milioni, che sarebbero ripartiti in ottomila euro per ciascun paziente, a ciò vanno aggiunti i costi per la parte biologica (produzione della linea cellulare, analisi) che sono abbastanza certi e ammontano a cinquemila euro per cinque infusioni e quelli per i medici e il materiale, che più o meno potrebbero ammontare sempre a cinquemila euro” afferma Vannoni.
“Si tratta comunque di stime, anche perché vi sono molte variabili: si possono chiedere diversi preventivi e scegliere quelli più vantaggiosi” evidenzia Vannoni. ‘Stamina non farà parte della cooperativa, mi sembra giusto che i pazienti si consorzino solo tra loro – conclude – nessun paziente speculerà sugli altri”.