TORINO – Niente patteggiamento per Marino Andolina, medico e co-fondatore del Metodo Stamina insieme a Davide Vannoni. Il pm Raffaele Guariniello ha detto no alla richiesta di patteggiamento dopo che Andolina ha pubblicato un post su Facebook il 29 gennaio in cui ribadisce di sostenere il metodo e di essere pronto ad un nuovo ricorso al Tar.
Andolina, seguendo le orme di Vannoni e di altri indagati, aveva richiesto un patteggiamento ad una condanna di 21 mesi di carcere. Poi su Facebook ha pubblicato un post, che non è passato inosservato alle analisi dei carabinieri del Nas:
“Anche se sto per patteggiare non per questo negherò che Stamina sia stata efficace, innocua ed eseguita a norma di legge. Non essendo il legale rappresentante di Stamina non posso sostenere personalmente il ricorso al Tar, ma mi offro, se utile e gradito, quale ricorrente ‘ad adiuvandum’ delle famiglie”.
Parole che vanno contro i termini previsti per il patteggiamento, ovvero l’impegno al ritiro del ricorso al Tar e la cancellazione di ogni pratica inerente Stamina. Roberto Piacentino, legale di Andolina, ritiene ingiusta la decisione di Guariniello:
“Non mi sembra giustificato il diniego a un patteggiamento sul quale era già stata raggiunta un’intesa di massima. In quel messaggio Andolina si limita a ribadire la propria convinzione sulla terapia e il diritto ad agire in giudizio dove necessario”.
A patteggiare saranno dunque 6 imputati su 13, Vannoni compreso che ha proposto, con l’ok di Guariniello, un anno e dieci mesi. La notizia del patteggiamento però non è stata accolta bene dalle vittime di Stamina. Una delle parti civili, Nicola Manduco, 54 anni, da Rivalta (Torino), costretto su una sedia a rotelle, ha protestato fuori dall’aula:
“Questi hanno rovinato tanta gente e se la cavano con poco o nulla. Io ero andato da loro per stare meglio e dopo il trattamento sono peggiorato: mi hanno proprio fregato. Ora vorrei che almeno gli sequestrassero i beni per avere la certezza di poter essere risarcito”.
Paola Rubeo, legale di Manduco, spiega:
“Di sicuro non ci aspettavamo che sarebbe finita così. Un sequestro? Una causa civile? Vedremo. Non tutte le strade sono praticabili. Speriamo che nel frattempo qualcuno non sia già riuscito a far sparire beni e patrimoni”.