BRESCIA – Davide Vannoni e i genitori dei bambini che speravano di riprendere la cura Stamina sono a Brescia, ma gli Spedali Civili non hanno autorizzato le infusioni di staminali. Le infusioni sono state sospese dopo lo stop del ministero della Salute. C’è anche un’inchiesta in corso, in cui è imputato lo stesso Vannoni. Recentemente il Tribunale di Matera aveva invece autorizzato la ripresa della cura per il piccolo Daniele Tortorelli
Arrivano i pazienti
In mattinata erano arrivati i primi pazienti fuori dall’ospedale. ”Siamo qui per pretendere la continuazione della terapia perché le condizioni di Daniele stanno peggiorando. Entro in ospedale con un avvocato e un ufficiale giudiziario per far rispettare la sentenza del tribunale di Matera”, ha detto il nonno di Daniele Tortorelli.
Il Tribunale di Matera ha imposto agli Spedali Civili di riprendere le cure con il metodo Stamina nei confronti del piccolo Daniele
Arriva Vannoni
Appena arrivato Vannoni ha detto: ”Voglio vedere se l’ospedale non rispetta le sentenze della magistratura. Io in una mia azienda non mi rifiuterei mai di eseguire un ordine scritto da un tribunale”. Secondo Vannoni, che è candidato alle elezioni europee, ”le cure con il metodo Stamina stanno funzionando. Lo dicono i pazienti e i loro medici. Mi chiedo perché debbano essere sospese”.
Arriva Andolina
Quindi è arrivato Marino Andolina, braccio destro di Vannoni e vice presidente di Stamina: ”Sono qui per offrire la mia disponibilità a sostituire i colleghi che si sono rifiutati di effettuare le cure. Sono pronto a fare le infusioni ai pazienti. La nostra è una metodologia che funziona ed è certificata. La comunità scientifica che si è dichiarata su Stamina lo ha fatto senza vedere i pazienti”.
Niente cure
Ma gli Spedali Civili di Brescia non hanno autorizzato le cure, come ha riferito uno dei genitori dei bambini: ”Ci è stata ribadita l’impossibilità dell’azienda di riprendere le cure perché non ci sono medici disponibili a somministrare le terapie secondo il metodo Stamina. Adesso faremo un esposto in Procura contro la direzione generale degli Spedali Civili e contro i medici che si sono rifiutati”.