ROMA – Concorso in bancarotta fraudolenta per distrazione e dissipazione. Questo il reato ipotizzato, a seconda delle posizioni, dai pm della Procura di Roma per Stefano Ricucci e altre diciannove persone che in passato hanno ricoperto ruoli nel cda della Magiste Real Estate e di altre società a questa riconducibili. I pubblici ministeri Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli hanno depositato gli atti dell’inchiesta, fase che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
Il procedimento chiama in causa, tra gli altri, l’ex cognato di Ricucci, Francesco Bellocchi, già amministratore delegato della Magiste spa; l’ex commercialista di fiducia, Luigi Gargiulo; Riccardo Pieroni e Massimo Iacobacci, rispettivamente presidente e amministratore di Magiste Real Estate; l’avvocato Michele Sinibaldi. Diversi gli episodi contestati dai pm.
In uno, in particolare, Ricucci, indicato come ‘dominus’ della Immobiliare Cacciarella e quale legale rappresentante legale della Magiste R.E., assieme all’amministratore unico della stessa Immobiliare, Giacomo Cavallo, è accusato di aver “dissipato l’immobile denominato ‘Villa Feltrinelli’ (dove si celebrò il matrimonio con la sua ex moglie, l’attrice Anna Falchi ndr) che destinava a proprio uso personale gratuito, ponendo a carico della società gli oneri per le utenze e per il personale addetto alla manutenzione”.