ROMA – Un processo che a 70 anni di distanza dai fatti non vuole saperne di concludersi. La Corte di Cassazione riapre il capitolo giudiziario per quattro stragi naziste sull’ Appennino tosco-emiliano della primavera del 1944: un nuovo processo d’appello dovrà accertare le responsabilità di cinque ex militari nazisti, tutti novantenni. Tre di questi sono già stati condannati all’ergastolo dalla corte d’appello militare di Roma, il 26 ottobre del 2012, per due degli eccidi dei resistenti, tra cui molte donne, anziani e bambini. Condanne che con la decisione di mercoledì sera, della prima sezione penale della Suprema Corte, diventano definitive.
Accogliendo il ricorso della procura generale militare, la prima sezione penale della Cassazione, in un collegio tutta al femminile, presieduto da Maria Cristina Siotto, ha stabilito un nuovo processo a carico di ufficiali e sottoufficiali della divisione corazzata ‘Hermann Goering’ per gli eccidi di Monte Morello (Firenze) e quello di Mommio di Fivizzano (Massa Carrara), finora rimaste senza colpevoli.
Mentre per la strage di Monchio, Susano e Costrignano (oltre 150 morti), del 18 e 20 marzo ’44, della quale proprio in questi giorni ricorrono i 70 anni, e per l’eccidio del Monte Falterona (200 morti) del 13 e 18 aprile, andrà valutato se ci sono ulteriori responsabilità oltre a quelle accertate. Gli imputati (tutti condannati a vario titolo in primo grado), che dovranno tornare alla sbarra, sono l’allora capitano dell’esercito tedesco Helmut Odenwald, di 95 anni; l’ex tenente Erich Koeppe (95), assolti in appello per i quattro capi d’imputazione, e il sottotenente e medico della divisione Hans Georg Karl Winkler (92), il caporale, poi sergente, Alfred Luhmann (89) e il sergente Wilhelm Stark (93), condannati all’ergastolo. Il sesto degli imputati giudicati in appello, Ferdinand Osterhaus, è morto nel frattempo, e la sua posizione è stata stralciata dal processo.
Gli ex militari rinviati a giudizio furono 12. Il primo grado si era celebrato a Verona, distretto competente per la giustizia militare nel Nord Italia. Qui il 6 luglio 2011, al termine di un processo fiume, con 54 udienze e decine di testimonianze di sopravvissuti, in nove (di cui tre sono morti tra il primo e il secondo grado) furono condannati all’ergastolo, mentre tre ex militari furono assolti. Le intercettazioni effettuate tra il 2005 e il 2006, disposte dall’autorità tedesca, hanno aiutato gli inquirenti italiani districarsi a decenni di distanza tra le responsabilità.
