Nella primavera 1944 trucidarono oltre 350 italiani “non belligeranti” tra i villaggi dell’Appennino tosco emiliano. Oggi, a più di 65 anni di distanza, sei dei sette ufficiali nazisti accusati di quelle stragi sono stati Ā rinviati a giudizio dal gup del tribunale militare di Verona.
Il processo per gli ex militari tedeschi si aprirĆ l’11 novembre. Il giudice dell’udienza preliminare Alessandro Benigni, preso atto che uno dei sette
imputati nel frattempo ĆØ deceduto, ha accolto la richiesta del procuratore militare Marco De Paolis, mandando a processo i sei ufficiali Ss superstiti della divisione corazzata Goering.
Tutti sono accusati di strage con l’aggravante della premeditazione, sevizie e crudeltĆ verso vittime civili. Nessuno degli imputati, ora ultraottantenni, era in aula, dove invece si sono presentati numerosi parenti delle vittime e testimoni dell’eccidio.
Gli ex Ss erano stati rintracciati nel 2006 dalla Procura Militare di La Spezia, e dopo la chiusura di quell’uffici,Ā il fascicolo era passato a Verona, competente per tutto il nord Italia. La strage interessò in particolare Vallucciole, frazione di Stia, in provincia di Arezzo, oltre ad altri borghi dell’alto Casentino: Susano, Partina, frazione di Bibbiena, Badia Prataglia (nel comune di Poppi) e Susano.
A ordinare gli episodi di violenza, secondo l’accusa, Hans Georg Karl Winkler (87anni), Friz Olberg (88anni), Wilhelm Karl Stark (89anni), Ferdinand Osterhaus (90anni), Gunther Heinroth (84anni). Dall’elenco ĆØ stato depennato il nome Gustav Brandt, 95 anni, morto recentemente e considerato dalla magistratura militare il più feroce tra gli aguzzini tedeschi.
Tutti gli altri rischiano l’ergastolo, ma in caso di condanna, l’avanzata etĆ gli impedirĆ di finire in carcere.
