Strisce blu: Milano ne taglia un terzo. E Roma?

Strisce blu: Milano ne taglia un terzo. E Roma?

ROMA – Strisce blu: Milano ne taglia un terzo. E Roma? Una riduzione delle strisce blu, i parcheggi cittadini a tariffa oraria, è stata annunciata dall’assessore alla Mobilità di Milano, Marco Granelli: “Attorno al 30 per cento. Abbiamo bisogno di circa tremila posti per le moto”. Ogni rettangolo blu in effetti vale 5 posti per le moto, mezzo di trasporto che il Comune vuole incoraggiare per decongestionare il più possibile, insieme a un pacchetto complessivo di misure, il traffico cittadino.

Per moto e scooter, tuttavia, niente limitazioni di sorta: “No, nulla in agenda. Adesso il nostro principale problema è ridurre le auto”, aggiunge Granelli, intervistato dal Corriere della Sera. E’ stato stimato che in Centro, i posti per le moto attualmente sono solo 3mila. Il disincentivo all’uso delle auto passa soprattutto da un progetto integrato che coinvolga tutte le amministrazioni: l’obiettivo è una tessera unica, oltre alla messa in cantiere di nuovi tratti della metropolitana.

“Bisogna favorire l’interscambio tra i vari mezzi rendendolo competitivo con un unico abbonamento. L’integrazione tariffaria è una priorità […] Arrivo in stazione in bici, salgo sul treno e arrivo a Milano, poi uso il bike sharing o il car sharing. Magari prendo il tram. Tutto con una sola tessera”.

E a Roma? Finora di taglio delle strisce blu a pagamento non se ne parla proprio. Piuttosto quest’anno Atac ha registrato un buco da 2,3 milioni di euro di buco rispetto al gettito previsto: un record che si spiega con l’evasione e con le controversie con il Tar che a marzo 2015 bloccò (tre bocciature in un mese) gli aumenti tariffari . Niente da eccepire sul fatto che le ‘strisce blu’ costituiscano in tutto il mondo uno degli strumenti essenziali per limitare la circolazione, ma per il Tar a Roma “non vi è stata alcuna differenziazione tra visitatori, soggetti che provengono da zone già coperte da servizi ‘forti’ di trasporto pubblico, ed utenti che invece si spostano da zone periferiche o comunque non adeguatamente servite”.

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Warsamé Dini Casali