
ROMA – Nell’Italia dei Tribunali ingolfati e sotto organico, il Ministero della Giustizia potendo distribuire 69 nuovi magistrati su tutta Italia ha deciso di spedirne ben 63 a Napoli Nord. In un Tribunale che in realtà neppure esiste. Lo scrive Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera che, pur riconoscendo l’importanza strategica dell’area a Nord di Napoli, ad altissimo tasso di criminalità camorristica, evidenzia come la sede in cui dovrebbero operare i sessantatré magistrati non è ancora stata individuata.
Dal 1999 il luogo prescelto avrebbe dovuto essere Giugliano ma il Comune non ma ha mai trovato il tempo di individuare il terreno o l’edificio dove piazzare gli uffici giudiziari. Tanto che a un certo punto, ricordano i cronisti napoletani, i magistrati lì destinati chiesero di essere trasferiti altrove perché non avevano mano una scrivania. Cosa che rischia di ripetersi anche oggi.
una decisione presa nel giro di poche ore dal Csm e dall’allora ministro della Giustizia Paola Severino il 18 aprile scorso, quando praticamente nessuno se ne accorse perché quel giorno tutta l’Italia aveva gli occhi puntati sul clamoroso tracollo della candidatura di Franco Marini alla presidenza della Repubblica, i 69 magistrati a disposizione furono ripartiti, come abbiamo spiegato, così: 63 a Napoli Nord e 6 a Spoleto.
“Che ne sanno a Roma che il Nord-Est da decenni non è più la terra della polenta?”.
Luigi Birritteri, aveva detto l’anno scorso che se qua e là di magistrati ce n’erano addirittura troppi rispetto alla popolazione e ai problemi locali, il Veneto aveva complessivamente bisogno di almeno 18 giudicanti e 5 requirenti.
Il colmo è che gli avvocati veneti, a leggere il ricorso, non sono a conoscenza dell’aspetto più paradossale della vicenda. E cioè che il tribunale di Napoli Nord non esiste. O meglio: esiste solo sulla carta. La sede dove dovrebbero andare a installarsi quei nuovi magistrati, infatti, non è ancora stata individuata. Dal lontano 1999 il luogo prescelto avrebbe dovuto essere Giugliano ma il Comune non ha mai trovato il tempo di individuare il terreno o l’edificio dove piazzare gli uffici giudiziari. Tanto che a un certo punto, ricordano i cronisti napoletani, i magistrati lì destinati chiesero di essere trasferiti altrove perché non avevano manco una scrivania. Cosa che rischia di ripetersi anche oggi.