NAPOLI – L’inchiesta sulla presunta estorsione di Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola ai danni di Berlusconi รจ diventata una specie di Giro d’Italia. Dopo le procure di Roma, Bari, Napoli,ย Lecce, ora รจ spuntata la “pista bergamasca”. L’ipotesi di un’indagine nella cittร lombarda emergerebbe da una telefonata intercettata tra Tarantini e Lavitola.
Lavitola: voi state avendo un tenore di vita troppo elevato per il reddito… e questi hanno sgamato tutto, che il lavoro รจ finto… che la cosa รจ cosรฌ… hanno sgamato tutto!
Tarantini: ma quelli di Napoli o quelli di Bergamo?
Lavitola: quelli di Napoli! Che significa la stessa cosa… per cui, per piacere attenzione, attenzione estrema, non fate i bambini… io giร gliel’ho detto a Ninni (la moglie di Tarantini, ndr) due o tre volte con le buone…”.
Ce n’รจ abbastanza, secondo Gian Marco Chiocci e Simone Di Meo, per parlare sul Giornale di “intercettazioni a strascico per incastrare” Berlusconi. Non solo, i due giornalisti parlano anche di “rischio d’incompetenza” tra Procure.
Scrivono Chiocci e Di Meo che “di fronte allโevidenza di una competenza a indagare di Roma e non di Napoli il giudice scivola in un clamoroso autogol riuscendo a evidenziare due concetti che fanno a pugni tra loro: e cioรจ, che ยซil luogo di consumazione del reato in contestazione appare tuttโora incertoยป e che il collaboratore di Lavitola e la moglie di Tarantini, Angela Devenuto si recavano a prendere i soldi presso il ยซdomicilio romano di Silvio Berlusconi, Palazzo Grazioli in via del Plebiscitoยป. Il gip poi si supera quando osserva che essendosi i reati consumati tra la Capitale e unโaltra dozzina di regioni, lโinchiesta resta nellโunica cittร dove non si รจ verificato nulla (Napoli) solo perchรฉ uno degli indagati (gli altri due no) รจ coinvolto in unโaltra inchiesta napoletana (la P4)”.
