ROMA – In Italia i conti telefonici saranno abbassati, ma meno di quanto prevede la normativa europea. Lo scrive Sandro Iacometti su Libero, alcuni parlamentari starebbero pressando l’autorità Garante per le Telecomunicazioni (l’Agcom) per non far abbassare troppo i prezzi. Questo perché, scrivono, “i prezzi di terminazione rappresentano una delle voci di ricavo indispensabili alla remunerazione dei costi di servizio per l’industria mobile, da poco chiamata a contribuire alla crescita del Paese attraverso quasi 4 miliardi investiti nell’asta per l’assegnazione delle frequenze”. Ma anche, ed è questo punto a scatenare l’ironia di Iacometti, per “evitare effetti negativi per i consumatori finali”. Abbassare la bolletta scontenterebbe gli utenti?
La storia è questa: gli operatori gonfiano le tariffe perché in questo modo, scrive Iacometti, “scaricano gli alti costi che devono sostenere per far transitare le telefonate sui cellulari degli altri operatori sulle tariffe degli utenti”. Questo meccanismo era stato messo a punto per sostenere lo sviluppo della telefonia mobile “quando ce n’era bisogno”. Col tempo però sottolinea Iacomelli, era diventato un sistema per battere la concorrenza: gli operatori mobili li usavano per abbassare le proprie tariffe e “rubare clienti” agli operatori dei fissi.
In tutta Europa le autorità di controllo avevano deciso di far applicare le riduzioni delle tariffe. Anche l’Agcom aveva avviato un piano per la riduzione dei costi. Ma, puntualizza Iacometti, si è trattato di un piano “blando”che ci lascerà comunque “con i prezzi più alti d’Europa”.
Nonostante le proteste di Antitrust e associazioni dei consumatori, questi parlamentari hanno inviato la lettera all’Agcom mandata prima dai deputati del Pdl e poi da quelli del Pd. Secondo loro, i prezzi non possono essere abbassati più di tanto.