Tbc, positivo anche il ministro Fazio

Ferruccio Fazio (foto LaPresse)

ROMA, 23 SET – Anche il ministro della Salute Ferruccio Fazio è risultato positivo al test della tubercolosi. La notizia arriva, nel corso di un convegno a tema organizzato dal Codacons, per voce del direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Giovanni Rezza che aggiunge: ”Il ministero sta procedendo a varare nuove linee guida per rendere più stretti i controlli, soprattutto nelle neonatologie, dobbiamo far si che eventi simili non si ripetano piu”’.

E proprio sul caso Tbc al policlinico Agostino Gemelli di Roma, dove un’infermiera del nido è risultata affetta dalla malattia e 122 bimbi positivi al test, Rezza precisa che ”il ministero è ben cosciente dei possibili limiti del test, tutti i bambini risultati positivi al Quantiferon risultano negativi al test cutaneo. Quindi ci potrebbero essere anche dei falsi positivi”.

”Il ministro è positivo, come il 12% della popolazione – ha detto Rezza – ma non si sta curando, non ce n’è bisogno. C’è un rischio di essere contagiati a livello di comunità, ma nella stragrande maggioranza dei casi questo rischio non si traduce assolutamente in malattia”.

Interpellato sui neonati nati al Policlinico Gemelli e risultati positivi al test Rezza risponde: ”Bisogna ammettere che nell’uso dei test per la Tbc, soprattutto nei bambini, non c’è un test perfetto, quindi la scelta è stata fatta sull’opzione migliore”.

Ma se Rezza parla di possibili ”falsi positivi”, un altro esperto del settore, Giorgio Besozzi, ex primario tisiologo e direttore del centro di formazione per la tubercolosi punta i riflettori sui possibili ”falsi negativi”.

”La profilassi di norma dovrebbe essere fatta a tutti coloro che sono entrati in contatto con una persona malata, anche se risultano negativi al test – sostiene – Si chiama profilassi proprio per questo. Non so perché non lo stiano facendo, le situazioni vanno valutate caso per caso. I bambini testati a maggio-giugno-luglio, inoltre, potrebbero essere falsi negativi”. Per questi casi, infatti, ricordano dall’Unità di coordinamento per la sorveglianza e controllo della Tbc, è già previsto un secondo controllo dopo le dodici settimane dal contatto con l’infermiera malata.

All’incontro di oggi hanno preso parte anche diversi genitori di bambini risultati positivi al test Tbc. ”C’è preoccupazione per le conseguenze del farmaco che stiamo utilizzando – dice Davide, uno di loro – che potrebbe creare sofferenze al fegato dei bambini. Per questo ci sono famiglie che hanno sospeso la terapia. Io sono solo un papà non posso dire come si debbano punire i responsabili di questa storia, ma credo che sia tutta la struttura che doveva far rispettare i protocolli ospedalieri”.

”Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, è in contatto diretto con i genitori coinvolti nel caso Tbc al Gemelli – riferisce Rezza – La prossima settimana il sito del ministero sarà aggiornato e ci saranno le risposte alle domande che le famiglie hanno posto”.

Ma intanto dal Codacons riferiscono di un’intera famiglia risultata positiva al test per la tubercolosi. ”Abbiamo sentito per telefono i genitori di un bambino nato a febbraio del 2010 al Gemelli, positivo al test della Tbc – dice il presidente Carlo Rienzi -. Hanno fatto il test anche madre, padre e fratello e sono risultati tutti positivi. Ora stanno valutando l’ipotesi di riunirsi alla class action per il risarcimento”.

Ma, nel corso dello stesso convegno, Besozzi frena: ”Visto che sia il bambino sia il fratello e anche i genitori sono risultati positivi è più logico pensare a fonti familiari, senza fare riferimento al Gemelli”.

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Maria Elena Perrero