I tedeschi dell’incidente al Lago di Garda alla prova etilometro. Uno è risultato negativo all’alcoltest, mentre per il secondo è impossibile da stabilire se avesse bevuto. Perché si è rifiutato di sottoporsi alla prova (che non é obbligatoria in caso di incidenti nautici).
É quanto emerge sui due indagati nell’inchiesta sullo scontro tra barche avvenuto sabato notte a Saló sulla sponda bresciana del Lago di Garda in cui hanno perso la vita un 37enne ed una ragazza di 24 anni.
“Abbiamo lasciato la barca al porto e abbiamo continuato la serata perchè nemmeno immaginavamo di aver ucciso due persone. Eravamo convinti di aver colpito un ramo o al massimo uno scoglio”. Questo hanno riferito i due turisti tedeschi indagati a piede libero per duplice omicidio colposo e omissione di soccorso.
Con il loro motoscafo Riva hanno colpito in pieno un gozzo in legno su cui erano a bordo il 37enne Umberto Garzarella e la 25enne Greta Nedrotti. Travolti mentre erano fermi con i due turisti che non si sono fermati. E che ora sono già tornati in Germania.
“Non sono scappati” precisa il loro avvocato, che racconta di essere stato lui a dare la notizia ai suoi assistito della morte dei giovani bresciani. “Il rientro a Monaco di Baviera era previsto domenica sera e sono rientrati lunedì dopo essersi messi a completa disposizione degli inquirenti e aver raccontato tutto quello che ricordavano.
Appresa la notizia delle due morti sono rimasti pietrificati. A lungo erano convinti che i carabinieri li stessero sentendo per un incidente tra altre barche” spiega il legale. “Sono stati collaborativi” assicura, ma non al punto da ricordare chi effettivamente era alla guida del motoscafo al momento dell’impatto.
Uno dei due stranieri – il proprietario del Riva – nella giornata di domenica era stato arrestato dai carabinieri, ma nella notte è stato poi rimesso in libertà perché appunto gli inquirenti non avevano certezze che fosse lui ai comandi del lussuoso motoscafo, oggi sotto sequestro e che nella parte bassa della prua è segnato dal violento scontro con la barchetta in legno sulla quale erano ferme le due vittime.
Le vittime probabilmente stavano dormendo quando il motoscafo è letteralmente planato sulla loro imbarcazione. “Abbiamo visto solo le luci della costa, quella barca non era illuminata” hanno riferito i due indagati al loro avvocato. Il legale nel frattempo ha nominato un consulente che prenderà parte all’autopsia sul corpo dei due ragazzi morti nelle acque del Lago di Garda e disposta dalla Procura di Brescia che ha conferito l’incarico alla Medicina legale degli Spedali civili di Brescia.
Primo di una lunga serie di accertamenti che i magistrati vogliono disporre per fare piena luce su quanto accaduto. “Siamo vicini alle famiglie dei due ragazzi” è il messaggio che i due 52enni manager d’azienda a Monaco di Baviera mandano attraverso il loro legale.